ricorso per cassazione - Una visión general



error in iudicando (errore nel giudicare), cioè quando il giudice impar ha osservato o ha applicato erroneamente la legge penale o altre norme giuridiche, come nel caso in cui abbia interpretato un fatto riconducendolo ad un’ipotesi di reato sbagliata (ad esempio ha qualificato un fatto come furto, ma in realtà si trattava di appropriazione indebita);

L’avv. R. ha proposto appello al Consiglio di Stato, e quest’ultimo ha rigettato osservando che il mutamento di indirizzo espresso dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione con la sentenza richiamata dall’appellante – per il quale è stato ritenuto impar impugnabile autonomamente davanti al Consiglio nazionale forense l’atto di tolerancia del procedimento disciplinare – non rende, per ciò solo, impugnabile quell’atto davanti al giudice amministrativo, posto che, per legge, la giurisdizione sulle decisioni disciplinari del Consiglio nazionale forense spetta alle Sezioni Unite della Corte di cassazione.

Tuttavia se il ricorrente ritiene che, nell’attesa della decisione della Corte di Cassazione, l’esecuzione della sentenza impugnata possa procurargli un danno irreparabile, può richiedere al giudice che la ha emanata di sospenderla in attesa della decisione della Corte di Cassazione.

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dalla notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento emesso in seguito a procedimento in camera di consiglio;

Ciò significa che, oltre a non poter contestare la ricostruzione dei fatti posta alla base della sentenza impugnata, il ricorso può essere proposto solo se fondato sui seguenti motivi individuati dalla legge [3]:

dal giorno in cui è stata eseguita la comunicazione dell’avviso di deposito con l’estratto del provvedimento, per il procuratore generale presso la Corte d’Appello rispetto ai provvedimenti emessi in udienza da un qualsiasi giudice della sua circoscrizione diverso dalla Corte d’Appello.

Il primo passo da fare, laddove si voglia proporre tale forma di impugnazione, è quello di notificare il ricorso alla controparte nel termine di 60 giorni dalla notificazione della sentenza oppure, se questa non è stata notificata, entro sei mesi dalla data della pubblicazione.

Per meglio farti comprendere il concetto, puoi immaginare che la giustizia italiana sia come una piramide al cui vertice si trova, per l’appunto, la Suprema Corte.

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Detti termini variano a seconda delle tempistiche in cui viene redatta la motivazione, referencia che solo la motivazione consente all’interessato di conoscere per intero le ragioni per le quali sorge in lui l’interesse ad impugnare.

se la Corte ritiene di poter decidere, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, o di rideterminare la pena sulla base delle statuizioni del giudice di merito o di adottare i provvedimenti necessari, e in ogni altro caso in cui ritiene superfluo il rinvio: in tutti questi casi la Corte procede alla determinazione della pena o dà i provvedimenti che occorrono. Trattasi di una norma di chiusura quest'ultima che fa luce sul criterio guida sotteso alla scelta dell'annullamento senza rinvio che è quello della superfluità del rinvio.

I supremi giudici, infatti, analizzano le norme di legge presenti in materia e forniscono il loro autorevole parere. Quest’ultimo diventa così l’orientamento prevalente al quale fare riferimento.

La giurisprudenza ha affermato che il giudice di legittimità, ai fini della declaratoria di inammissibilità del ricorso, impar è chiamato ad una delibazione del tutto discrezionale quanto alla infondatezza (mera o manifesta) dei motivi, ma è tenuto ricorso in cassazione ad operare una valutazione che tenga conto dei motivi che deducano inosservanza od erronea applicazione di leggi e la circostanza che essi risultino, o meno, caratterizzati da evidenti errori di diritto nell’interpretazione della norma posta a sostegno del ricorso; il che, come pure si è detto, accade, ad esempio, nei casi in cui: – si invochi una norma inesistente nell’ordinamento – si pretenda di disconoscere l’esistenza o il senso assolutamente univoco di una determinata disposizione di legge; – si riproponga una questione già costantemente decisa dalla giurisprudenza di legittimità in senso opposto a quello sostenuto dal ricorrente, senza addurre motivi nuovi o diversi per sostenere l’opposta tesi; per altro verso, qualora, con riferimento ai motivi navigate here che deducano vizi di motivazione valorizzando la circostanza che essi muovano, o meno, sul fatto, sullo svolgimento del processo o sulla sentenza impugnata, censure o critiche sostanzialmente vuote di significato in quanto manifestamente contrastate dagli atti processuali il che accade, ad esempio, nel caso in cui il motivo di ricorso attribuisca alla motivazione della  decisione this content impugnata un contenuto letterale, logico e critico radicalmente diverso da quello reale.

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